Descrizione

Questo volume copre alcuni percorsi in un territorio vasto, contraddittorio e frastagliato. L’epoca dell’imperialismo che non può essere identificata come l’epoca dell’aurea sicurezza, né come l’epoca del trionfo del liberalismo ma, come voleva Hannah Arendt, come l’epoca in cui si accumulano tutti i veleni che si rovesceranno nelle esperienze totalitarie del XX secolo, è anche l’epoca in cui si afferma un’ideologia fondata su una ontologia che l’autore propone di definire “ontologia della guerra”, che interpreta la vita come lotta di tutti contro tutti.
Nell’orizzonte dominato da questa ideologia, proprio i positivisti, a prescindere dalle loro ingenuità teoriche o, come vogliono gli idealisti, dalle loro rozzezze teoriche, appaiono invece preoccupati di circoscrivere uno spazio di autonomia dell’etica e di definirne i confini in maniera tale da metterla in condizione di limitare la politica, proiettata verso l’affermazione della propria assolutezza.