Descrizione
Questa ricerca rappresenta un’occasione per offrire una preziosa sottolineatura dello scenario pittorico del secolo XVI a Napoli e nelle province meridionali del Viceregno, in linea con i precedenti lavori dell’autore, il cui nucleo critico è andato via via crescendo di peso nel tempo. Una trattazione considerevole che mette in luce, in una nuova prospettiva storiografica, cicli figurativi di straordinario valore artistico, ne amplia il raggio d’influenza e indaga gli ambienti culturali e l’organizzazione delle botteghe di grandi Maestri. Sulla scorta di nuove acquisizioni, appare evidente che non si è voluto approntare un lavoro sul recupero critico e storiografico di tutta la produzione pittorica partenopea del Cinquecento (periodo in cui – come ben emerge dal volume – i vari sperimentalismi manieristi furono investiti da molte e radicali tendenze), ma di agganciare il discorso, con acutezza ed efficacia, a quei percorsi di una schiera limitata di pittori (Criscuolo, Castellano, Lama, Landolfo, Hendricksz) da ritenere di grande interesse critico. Il tutto coniugando le diverse esigenze del saggio con la consolidata tradizione degli studi pittorici a Marcianise, attraverso un ricco apparato di confronti. Il quadro di riferimento complessivo prende in esame una motivata selezione di personalità artistiche di primo piano attive nella capitale del Regno. Esse bene si inseriscono nell’organizzazione dei testi per gli opportuni approfondimenti incentrati sul “figurativismo sacro” dei loro allievi, e nella ricerca sullo scambio dialettico di esperienze tra numerosi pittori minori regnicoli. Per la ricchezza e la peculiarità delle tematiche proposte, l’indagine dei brani pittorici esaminati (dal secondo terzo-decennio in cui si affermò la “maniera moderna”, all’ultimo trentennio del secolo caratterizzato dalla produzione “devota”) è strutturata in modo da isolare concetti chiave. Accanto a rilievi critici del tutto nuovi, caratterizzati da un’efficace dialettica dei rapporti tra le arti napoletane e quelle marcianisane, il volume si propone di far acquisire anche una maggiore consapevolezza sulla preziosità e fragilità dei nostri beni culturali, e di far riaccendere la discussione sullo stato di abbandono di molti capolavori presenti sul territorio.
Salvatore Costanzo, architetto e storico dell’arte, ha incentrato la sua prolifica attività nell’arco di trent’anni su più fronti: dai processi partecipati inerenti sia l’architettura che l’urbanistica, alle tematiche che riguardano la sostenibilità ambientale e il restauro dei beni culturali. L’aspetto principale della sua produzione culturale realizzata è costituito da ricerche e pubblicazioni sul patrimonio storico-artistico.
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