Descrizione
La stanza, unità minima dell’architettura, è lo spazio domestico per eccellenza, “onnipresente” nei testi teatrali: in questo spazio, piccolo o grande che sia, si sviluppano, infatti, le storie di uomini e donne, di genitori e figli, di amanti, di traditori, di servi e padroni ecc. Le stanze presenti nei testi teatrali spesso sono vere e proprie protagoniste dell’azione, al pari dei loro “inquilini attori”: esse, inoltre, sono già ampiamente “manipolate” dagli autori che le offrono allo spettatore non solo, nella loro dimensione di realtà spaziale e domestica (costruite nella narrazione attraverso descrizioni più o meno dettagliate), ma anche nella loro dimensione significante (animate attraverso una partecipazione attiva dello spazio della stanza allo sviluppo drammaturgico). La traduzione scenica del complesso e articolato rapporto che il personaggio “vive” con la sua stanza non può, però, essere affidata alle sole parole ed alle dinamiche delle azioni fisiche che si sviluppano tra gli attori: il compito dello scenografo, infatti, consiste nel progettare una spazialità che – proprio attraverso un’adeguata reinterpretazione della composizione degli elementi architettonici che costituiscono la dimensione materiale della stanza – consenta allo spettatore di percepirne la sua dimensione immateriale, il non detto, e, quindi, di comprenderne la sua dimensione significante. Questo studio propone un’“analisi logica” del processo di progetto di alcuni spettacoli che hanno fatto la storia del teatro moderno e contemporaneo: tale analisi, inoltre, è corredata di tavole sintetiche attraverso le quali si è voluto costruire un abaco metodologico, ordinato su un’operazione di classificazione di possibili strategie progettuali di costruzione di una stanza a teatro. Il principio ordinatore della classificazione è costituito dal livello di scomposizione dell’unità architettonica della stanza.
Ombretta Iardino, dal 2006 Dottore di Ricerca in Composizione Architettonica, svolge la sua attività di ricerca e di didattica nei settori disciplinari dell’Architettura degli Interni e della Scenografia presso il Dipartimento di Architettura (DiARC) dell’Ateneo Federico II di Napoli. Dal 2013 tiene cicli di Seminari di Scenografia e all’a.a. 2018-2019 è Professore a contratto in Architettura degli Interni presso il DiARC. Ha pubblicato tre monografie dal titolo L’architettura di un interno: lo studiolo (Giannini, Napoli, 2019); La scena di un interno. Osservazioni elementari sul costruire una stanza a teatro (Giannini, 2020); Lo studio dell’oggetto (tra scena e quotidiano) (Giannini, 2020). Ha pubblicato saggi e articoli su riviste quali «Heliopolis Culture, Civiltà Politica», «RHT» (Research Trends in Humanities, Multidisciplinary Lab) e dal 2017 collabora con la rivista «Teatro Contemporaneo e Cinema». Ha collaborato, come assistente scenografa, alla progettazione di architetture di scena per il teatro in prosa (A morte ‘e Carnevale e Ridicolose avventure di Pulcinella Petito, regia di Renato Carpentieri, scene di Geppino Cilento, 1999-2001) e per il teatro in musica con un’intensa esperienza tra il 2005 al 2010 con il regista, scenografo e costumista Denis Krief, con il quale ha realizzato i seguenti spettacoli: Il ritorno da lontano di F. Mendelssohn (Teatro dei Rozzi, Siena, giugno 2005); I capuleti e i montecchi di V. Bellini (31° Festival della Valle dell’Itria, Martina Franca, Palazzo Ducale, agosto 2005); Il crepuscolo degli Dei di R. Wagner (Badisches Staatstheater Karlsruhe, Germania, dicembre 2006); Nabucco di G. Verdi (Arena di Verona, giugno 2007); La madre del mostro di F. Vacchi, (Teatro dei Rozzi, Siena, luglio 2007); La traviata di G. Verdi (Progetto LI.VE.; Teatro Sociale, Rovigo, ottobre 2008, Bassano del Grappa, dicembre 2008, Teatro Verdi, Padova, dicembre 2008); Maria Stuarda di Donizetti (Teatro La Fenice, Venezia, aprile 2009); Trovatore di G. Verdi, (Progetto LI.VE.; Bassano del Grappa, novembre 2009, Teatro Verdi, Padova, dicembre 2009, Teatro Sociale, Rovigo, febbraio 2010); Alzira di G. Verdi (Theater St. Gallen, Svizzera, gennaio 2010). Dal 2010 ha intrapreso l’attività di progettazione ed autoproduzione di Unità di Arredo, presentate in Mostre di Arte Contemporanea e Fiere del settore del design, nella quale confluiscono le ricerche condotte nel campo della Scenografia, della Composizione e dell’Architettura degli Interni.
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