Descrizione

Sotto l’idea di una “logica dell’altro” l’autrice raccoglie il senso complessivo della lettura che Heidegger ha compiuto di Platone, attraverso l’analisi di alcuni corsi universitari e saggi degli anni Venti e Trenta. La figura del platonismo, divenuta archetipo della modalità metafisica del pensare, è stata troppo spesso assunta come luogo comune del confronto heideggeriano con il pensatore antico, che è ben più complesso e problematico. Una lettura analitica dei fondamenti della filosofia platonica svela la proficuità del metodo heideggeriano di indagine, in particolare il suo essere pensiero in azione nell’interpretare, nonché un’immagine di Platone meno riduttiva rispetto a quanto tramandato dalla tradizione dei platonismi.
La via “logica” sondata nella lettura heideggeriana di Platone tiene conto del bisogno concettuale del pensiero, del logos secondo il senso greco, del suo carattere sintetico che stringe insieme la ragione, il senso, il discorso, l’elemento comune, la norma, e che nel suo significato di “dar conto” costituisce la modalità più sensata per dare il benvenuto al nuovo e ai fatti.
La lettura heideggeriana rinvigorisce, talvolta suo malgrado, il senso del “filosofare umanamente” a partire dalla grande lezione della filosofia antica, in nome di un pensiero che è pratica umanistica proprio nella misura in cui ambisce a superare e mettere in discussione le consolidate visioni del mondo, a strappare alle essenzializzazioni e alle banalizzazioni la utilmente complessa e fecondamente contaminata via occidentale al pensiero.