Descrizione
Ci sono figure dell’arte napoletana che hanno avuto una posizione di un certo rilievo nella prima metà del Novecento e che più di altre sono state inghiottite dalla storia. Una di queste è senza dubbio Loris de Rosa. Pur avendo vinto premi e concorsi, pur avendo preso parte a Biennali di Venezia, Quadriennali di Roma e Sindacali campane, pur avendo avuto una produzione ricca, diversificata fra pittura e grafica – con alcuni riconoscimenti significativi in quest’ultimo settore –, ha rischiato e rischia di finire in una sorta di limbo dell’oblio. È perciò particolarmente meritevole lo sforzo di Daniele Gogliettino e dell’editore Giannini, oltre naturalmente quello considerevole della famiglia, di sottrarre la memoria di Loris de Rosa a tale ingiusto e ingiustificato destino con questa monografia che ci consente di apprezzare i reali meriti del nostro pittore, restituendogli – senza enfasi retoriche e fanfare inopportune – il posto che gli spetta nella storia. Indubbiamente può aver pesato su questo destino prima il suo “silenzio” degli anni Cinquanta, poi la damnatio memoriae che per lungo tempo ha colpito molti protagonisti ed eventi del ventennio fascista.
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