Descrizione
Due istanze e una domanda sull’uomo, o meglio sul progetto esistenziale dell’umano, compongono questo libro. Là dove “progetto” non è sintagma comprensivo delle intere espressioni e modalità del farsi umano al cospetto del mondo. Il testo indica una direzione precisa dell’antropogenesi. Il presupposto, meditato e scandagliato, è che – almeno in prima istanza – il progetto esistenziale dell’umano sia un progetto narrativo. Nel mondo della complessità contemporanea, di soggetti in bilico tra innocenza e colpa, il soggetto, alla pari con altri sistemi, si rivela tendenzialmente autoriferito, innocenza originaria, che è, nietzscheanamente, “innocenza del divenire”. Un ribaltamento che apre la strada a un’epistemologia del “mostruoso” e alla possibilità di un’antropologia e di un’etica mai più determinata da alcun “furore metafisico”.
Fabiana Gambardella, dottore di Ricerca in Bioetica, è Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Si occupa in particolare delle questioni relative all’epistemologia contemporanea e alle biologie della complessità. Tra le sue monografie si possono qui ricordare: L’animale autopoietico. Antropologia e biologia alla luce del postumano (2010); La crisi e il segno. Appunti per un’antropologia (2013). Collabora, sin dalla fondazione, alla rivista «S&F_scienzaefilosofia.it»
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