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Piera è un’ispettrice di polizia, ma è anche la vedova di Donato, agente di scorta ucciso insieme al magistrato che proteggeva. Col magi- strato muoiono sua moglie ed una delle sue figlie. Patrizia Copertino è un’operatrice sociale che, insieme a tutti loro, non smette di lottare contro la violenza della camorra e le ingiustizie del mondo. Lo fa col suo compagno di vita, anziano professore con cui fonda i centri di accoglienza e recupero Nest e Together. Un intreccio di personaggi compiuti, coerenti, forti, che dipanano le loro vicende umane nell’arco di un romanzo dalla grande tensione morale e dalla coinvolgente struttura narrativa. Un tema su tutti, quello del perdono. Perdonare significa non lasciare decidere la rabbia e la sofferenza al posto nostro. È disobbedire al dolore che ci chiede vendetta attraverso un atto di riconciliazione con noi stessi e con il mondo circostante. Un processo che prevede ed ammette il fallimento del nostro ed altrui agire. In questo senso, ci piace parlare di perdono, pensandolo come un regalo che facciamo a noi e agli altri, sgombrando dal nostro cuore il veleno di certe riflessioni ‘tossiche’ e di certe esperienze negative. Nel romanzo della Costabile c’è spesso l’emozione dell’incontro, il battito d’ali di quando intercettiamo, nei momenti più impensabili della nostra vita, persone di buona volontà. Al romanzo segue una sezione di approfondimenti saggistici dedicati al tema del perdono nelle sue molteplici accezioni.GIANPAOLA COSTABILE Ha esordito pubblicando per Rogiosi Napulera e Un Borbone per amico. A questi seguono testi di narrativa etica: Educare alla legalità, C come camorra, con prefazione di don Luigi Ciotti, e 70 ma non li dimostra, sulla Costituzione Italiana. Oltre a Compassione, libro di saggistica edito da Europa Edizioni, ha pubblicato insieme a Daniela Cirillo Lo zaino della memoria (ESI) con prefazione di Roberto D’Agostino e Shoah e pietre d’inciampo. Intrecci di storia tra i vicoli e le calli (La Valle del Tempo) con prefazione di Viola Ardone. Sul tema della memoria al femminile Donne-Madonne (ESI), con prefazione di Maurizio De Giovanni. Molti dei suoi racconti, selezionati in diversi contest letterari, sono pre- senti in svariate raccolte miscellanee.
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Questo libro non è per tutti. È per quelli che nel tormento del dubbio sentono la libertà come passione. E catene arrugginite sono quei presunti valori che in una società massificata vengono imposti ai suoi membri, ignari o consapevoli, e da questi accettati come fuga da responsabili scelte e rinunzia ad esercitare ogni spirito critico. È questo il filo rosso che unisce queste pagine, per offrire uno spazio di libertà a tutti quelli che l’ossessiva propaganda dei media obbliga ad avere e manifestare pensieri e sentimenti comuni alla massa. Sono dunque pagine di costume, i costumi correnti fra gli italiani, ma senza aspirazioni a diagnosi sociologiche. Temi come ambiente, meritocrazia, linguaggio, libertà, menzogna, apparirebbero di per sé troppo vasti se non fossero illustrati come personali punti di vista dell’autore. Pervase dunque di ironia e svagatezza, pur nel frequente richiamo a classici del pensiero e della poesia, esse intendono fornire al lettore altrettante occasioni di autonoma riflessione, al di là di ogni eventuale condivisione. GERARDO RUGGIERO Studioso della cultura del Mezzogiorno, e in particolare di Gaetano Filangieri, da tempo è impegnato nell’indagare le radici di comportamenti e fenomeni che tuttora caratterizzano società e istituzioni di questa parte d’Italia e non solo.
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Gioconda Marinelli traccia un ritratto vivace, approfondito e appassionato della vita e dell’opera di una delle grandi scrittrici del Novecento. Fabrizia Ramondino (1936-2008) nata a Napoli, trascorse parte della sua infanzia in Spagna e viaggiò spesso in ogni luogo, esperienza che ha avuto un peso nella sua formazione culturale. Il suo primo romanzo, “Althénopis” (1981), la consacrò come voce originale della letteratura italiana. Tra le sue opere più importanti si ricordano “Un giorno e mezzo” (1988) e “L’isola riflessa” (1998). Ramondino fu anche attivista politica, impegnata nelle lotte per i diritti civili. La sua scrittura affronta temi come la memoria, il disagio mentale, l’identità e le dinamiche familiari, con un forte ancoraggio alla realtà sociale del Mezzogiorno italiano. GIOCONDA MARINELLI Gioconda Marinelli è nata ad Agnone nel Molise, vive e lavora a Napoli. Naturalista e biologa, scrittrice e giornalista. Ha scritto libri di poesie introdotti da Maria Luisa Spaziani e Dacia Maraini. Ha pubblicato biografie di artisti tra cui quelle di Luisa Conte, Tina Pica, Katia Ricciarelli; Mirna Doris e Mario Lanza (con Pietro Gargano); Miranda Martino, Sandra Milo e Anna Campori (con Angela Matassa); saggi su Michele Prisco, Maria Orsini Natale, Sibilla Aleramo e Dacia Maraini.
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Leonardo Di Mauro Professore Ordinario di Storia dell’architettura dal 2001 (in quiescenza dal primo novembre 2018) presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Direttore dal novembre 2004 all’ottobre del 2010 del Dipartimento di Storia dell’architettura e Restauro; negli stessi anni membro del Senato Accademico e poi del Consiglio di amministrazione dell’Ateneo Federiciano; per un breve periodo tra il 2005 e il 2006 Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città europea dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dal 1994 al 2014 è stato anche docente presso la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa. Presidente dal 15 ottobre 2018 e fino al 2022 dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia. La sua attività di ricerca, oltre che alla Storia dell’architettura propriamente intesa, si è rivolta in altre due direzioni: la Storia urbana dell’Italia Meridionale e della Sicilia, l’Immagine della città e del paesaggio attraverso le relazioni dei viaggiatori, le guide e le vedute con particolare attenzione a Napoli e al paesaggio della Campania. Socio dal 1998 della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli nell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di cui è attualmente Segretario. Presidente della sezione Campania dell’Istituto Italiano dei Castelli. Membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione culturale Ezio De Felice. Membro del Consiglio scientifico del Palazzo Reale di Napoli. Mario Guarino - DiARCH – Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli “Federico II” - Professore aggregato di Economia ed Estimo ambientale (dal 2006-07 al 2009-10) - Docente a contratto presso il Master di II livello in Progettazione e pianificazione sostenibile delle aree portuali per gli insegnamenti di Valutazione economica dei piani e progetti (2010/11) e di Valutazione d’impatto immobiliare dei piani e progetti (2012/13) La conoscenza della pianificazione in Gran Bretagna attraverso un viaggio di studio nelle New Towns (Urbanistica e pianificazione in Gran Bretagna, Giannini Editore, 1973) e la partecipazione ad un concorso per la redazione del PRG di Minturno – 1° premio – (Minturno l’infrastruttura urbana e i lineamenti di piano, estratto da Rassegna ANIAI, n. 3-4, 1980) sono rilevanti nella sua formazione. Ha, poi, orientato i suoi interessi alla disciplina dell’Estimo. Tra le sue pubblicazioni: Il costo del recupero edilizio. Procedimenti di stima misti (Arte Tipografica, 1996); La stima dei prezzi edonici nel centro antico di Napoli (Giannini Editore, 2007); I prezzi edonici a Napoli nell’area di Chiaia (Giannini Editore, 2009); La stima del valore d’uso degli spazi pubblici nelle aree urbane («Aestimum», n. 63, dicembre 2013); Il valore del paesaggio a Posillipo tra ambiente naturale e costruito («Aestimum», n. 71, dicembre 2017); Nel ricordo di Corrado Beguinot (Collana ricerca e documentazione. Fondazione Aldo della Rocca, vol. 8, Aracne, 2019, pp. 169-171).
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Un ex Garante dei diritti degli animali, il primo del centro sud, una figura nuova che ha cambiato molte cose nel campo dei rapporti tra volontariato e istituzioni, si prende un momento sabbatico a una fiera dei fiori nell’Orto Botanico della sua città. Ma, mentre respira aria pulita tra le rose, una fotografia di orrore la raggiunge sul telefonino: in tempo reale, due volontarie hanno trovato una cagnolina nelle mani di due malfattori con un coltello tra le mani. Comincia da quel momento un percorso di “sanificazione” della cattiveria umana, fatto di cura, di amore, di conoscenza e soprattutto di rispetto tra due specie diverse ma simili in tante cose. Una storia vera che ha fatto il giro d’Italia toccando i cuori di moltissime persone. STELLA CERVASIO Stella Cervasio, per quarant’anni vicecaposervizio di “Repubblica”, prima cronista poi critico d’arte, ha lavorato a Milano, a Roma e a Napoli senza mai perdere i contatti con le proprie radici di studiosa di antichità e di arte e con i diritti degli animali, di cui è attivista da anni, presiedendo l’associazione nazionale Animal Day Aps. Ha scritto per Giannini il “Sorso”, “Babas, memorie di un cane rosso” dedicato a un altro suo cane speciale che le ha insegnato molto della vita.
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Un romanzo che celebra l’anniversario dei centodieci anni della Prima Guerra Mondiale, e lo fa attraverso il rapporto che ci fu tra uomini ed animali in particolare ricordando l’ampio uso che fu fatto dei muli. Quella mattina di luglio del 1914, sul Carso, nuvoloni neri si erano addensati sulle montagne fin dall’alba. Francesco Conselvan avrebbe compiuto diciannove anni tra qualche settimana. Il suo compito era governare le carsoline. Le pecore erano il patrimonio di famiglia. Ci voleva esperienza per scortare il gregge su e giù dai monti a San Martino, l’esperienza di Zibibbo, il mulo che aveva insegnato a Francesco a rispettare la montagna. Ma il nuovo secolo annunciava grandi cambiamenti, strade, ferrovie e per Francesco il futuro era oltre il Carso, al di là dei monti. Il 28 luglio 1914 la famiglia Conselvan festeggia il compleanno di Francesco. Ci sono anche i Sabadini, i commercianti di stoffe di Sagrado, con la figlia Anna. Il futuro che sogna Francesco sembra avvicinarsi. Il 28 luglio 1914 l’Austria dichiara guerra alla Serbia, le nuvole nere di quell’estate diventeranno rosso fuoco e rosso sangue. E Francesco scoprirà che sarà sempre un mulo a portarlo nel futuro. ROBERTO ORMANNI Giornalista, cronista giudiziario, avvocato, direttore responsabile dei settimanali Goleminformazione.it e Il Parlamentare.it, dal 1985 a oggi ha lavorato per diverse testate giornalistiche: i quotidiani “Paese Sera”, “Il Mattino”, “Il Tempo”, “L’Indipendente”, “Roma”, i programmi di informazione “Tv7” di Rai Uno, “Giorno per Giorno”, “Visto da Sud”, “L’Istruttoria”, “Verissimo” delle reti Mediaset, i periodici “Panorama”, “Epoca”, “Oggi”, “Marie Claire”. È stato direttore del settimanale giuridico Diritto e Giustizia (Giuffrè editore), è autore di un musical teatrale “Due Carissimi Nemici”, ha collaborato alle trasmissioni “Quelli della Notte” e “Indietro Tutta” di Renzo Arbore, è coautore delle sceneggiature della serie a cartoni animati “Ulisse - Il mio nome è Nessuno” prodotta dai RaiDue, ha collaborato alle sceneggiature del film “32 Dicembre” di Luciano De Crescenzo, della fiction prodotta da RaiUno “Il Sorteggio” e del film per la tv “I martiri di Fiesole” prodotto da RaiUno in occasione del bicentenario dell’Arma dei Carabinieri. Ha pubblicato i saggi “Napoli nel Cinema” (Newton Compton), “Cartoon non vuol dire cartone” (Tempolungo), “Storia del cinema di cartone (animato)” (Infinito Edizioni), “Ragazzi con la bandana – la scuola come cura in ospedale” (Infinito Edizioni). Per la Giannini Editore è autore del Sorso “Domani è un altro giorno. I finali che hanno fatto la storia del Cinema”.
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Un film o una fiction è il frutto di un lavoro corale, fatto di tante professionalità che si intrecciano e si interfacciano sul set. Bisogna immaginarlo come un grande formicaio, dove ogni “operaio” sa bene cosa fare e, nel compiere il proprio lavoro, inevitabilmente è di aiuto ad un altro. Quasi sempre è una macchina perfetta che, con non poche difficoltà, crea un sogno.
La fotografia di scena si inserisce come prodotto utile per la promozione del film, in genere arrivano prima le immagini fotografiche e poi quelle cinematografiche. Per questo è importante che le immagini prodotte siano rispettose del mood voluto dal regista e dal direttore della fotografia, pur mantenendo una visione artistica del tutto personale.
L’occhio del fotografo di scena è un corpo estraneo al set, nel senso che, proprio per la sua peculiarità, ha la possibilità di osservare dall’esterno pur essendo parte integrante della troupe. Questo particolare punto di vista gli permette di realizzare dei racconti nel racconto cinematografico, di fatto è la “storia” del film.
Anna Camerlingo
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AGONISTICA A NAPOLI E IN ITALIA
Elena Miranda De Martino, Concorsi alla greca nel mondo romano: il ruolo di Neapolis DOI: 10.32092/1056 Federico Rausa, Memorie dei Sebasta nelle fonti antiquarie" DOI: 10.32092/1057 Eduardo Federico, Dalla lampas di Diotimo ai Sebasta? A proposito di ‘continuità’ nella storia di Napoli antica DOI: 10.32092/1058 Emanuela Spagnoli, Simboli con la fiaccola sulla moneta di Neapolis DOI: 10.32092/1059 Claudio Buongiovanni, Tra Roma e la Grecia: poesia, agoni e propaganda a Napoli in età flavia DOI: 10.32092/1060 Elena Miranda De Martino Senatori di età flavia e Sebasta di Napoli DOI: 10.32092/1061 Diva Di Nanni, Attori e musicisti ai Sebasta di Napoli DOI: 10.32092/1062 Heather L. Reid, Flavia Thalassia e i valori dell’atletica femminile antica DOI: 10.32092/1063 Francesco Pio Ferreri, L’agonistica neapolitana nei documenti figurativi di età imperiale DOI: 10.32092/1064 Angela Palmentieri, Reimpieghi e memoria delle testimonianze agonistiche a Napoli DOI: 10.32092/1065 Marco Giglio, Giochi atletici a Cuma tra il II ed il I a.C.: i dati archeologici DOI: 10.32092/1066 Giuseppe Camodeca, Un circus sulla fiaschetta vitrea di Brescia e lo stadium di Puteoli DOI: 10.32092/1067 Costanza Gialanella, Silvia Romano, Lo Stadio di Antonino Pio e gli Eusebei DOI: 10.32092/1068 Maria Letizia Caldelli, Agoni alla greca in Occidente (in Italia): il contributo dei mosaici di età imperiale DOI: 10.32092/1069AGONISTICA OLTRE NAPOLI: MODELLI E PARALLELI
Lucia D’Amore, “Essere cari ad Ermes e Eracle”. Efebia, atletismo sportivo e agoni pubblici in epoca ellenistica e imperiale DOI: 10.32092/1070 Alessandra Manieri, Fanciulli musici e classi di età negli agoni poetico-musicali greci DOI: 10.32092/1071 Sara Adamo, La prodigiosa vittoria di Eunomo a Delfi. Nuovi itinerari per la citarodia locrese DOI: 10.32092/1072 Vittorio Saldutti, Temistocle e i nothoi del Cinosarge. Il ginnasio tra integrazione ed esclusione DOI: 10.32092/1073 Francesco Guizzi, Agoni a Hierapolis di Frigia e Laodicea sul Lico. Due note DOI: 10.32092/1074 Paolo Cimadomo, Erode il Grande e la politica augustea in Oriente DOI: 10.32092/1075 Lucia Criscuolo, Documenti agonistici dall’Egitto romano recentemente pubblicati DOI: 10.32092/1076AGONISTICA E MEMORIA MODERNA
Giancarlo Abbamonte, La riscoperta delle attività agonistiche nel XVI secolo: Gerolamo Mercuriale e i problemi etici connessi all’attività ginnica DOI: 10.32092/1077 Ginette Vagenheim, La figura dell’atleta nelle Antichità romane di Pirro Ligorio (1512c.-1583) DOI: 10.32092/1078 -
Scheletri svelati, sono quei problemi che il tempo, l’inerzia e l’oblio degli uomini hanno chiuso negli armadi delle nostre coscienze. Si scoprono così le radici e il reiterarsi di comportamenti che ancora si riscontrano nella nostra società. Sono aspetti e temi che, se dal passato aggiungono spessore alla rassegnazione, grazie alle pagine di Filangieri possono essere ancora illuminati da lampi di speranza, come quella, insopprimibile, di un diritto alla felicità geneticamente fondato sul consapevole assolvimento del dovere. Siate felici – scriveva Filangieri – cercate la felicità; ma non v’ingannate nella scelta de’ mezzi che ve la debbono procurare. […] Voi sarete felici e grati, se cercherete la felicità nella coscienza dell’innocenza e nella privazione de’ rimorsi. Voi sarete felici e grati, se cercherete la felicità nell’occupazione e non nell’ozio; […] se adempirete a’ doveri d’uomo e di cittadino, non pel timore delle pene, ma animati dall’amore del giusto e dal rispetto delle leggi. […] se i vostri desiderii corrisponderanno coi vostri doveri. Con questo contributo Gerardo Ruggiero aggiunge un altro tassello agli studi che da oltre venti anni va compiendo su Gaetano Filangieri, arricchendoli di una conoscenza sempre più vasta su aspetti e problemi della storia del Mezzogiorno.
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Il presente lavoro intende offrire una ricostruzione dei concetti-chiave della teoria filosofico-politica elaborata da Johannes Althusius (1563-1638)1 nella sua opera più importante, la Politica, al fine di analizzarne l’operatività all’interno del primo esempio di consociatio symbiotica individuato dal pensatore tedesco, ossia la famiglia. Althusius, infatti, traendo ispirazione dal modello aristotelico di nascita dello Stato, ritiene che dalla naturale socialità umana dettata dal bisogno scaturisca un processo aggregativo di intensità crescente, che dalla pi. semplice forma di unione, quella coniugale, attraverso le comunità intermedie, giunge fino alla Respublica. Il fenomeno associativo, cos. descritto, va, tuttavia, ben oltre l’idea dello Stagirita di una naturale politicità dell’uomo, nè può spiegarsi sulla base di un mero istinto sociale di derivazione biologica. Ciò perchè la riflessione politica althusiana si va definendo sullo sfondo della Seconda Riforma, da cui il calvinista tedesco riprende un’immagine dell’essere umano fortemente pessimistica, quale creatura irrimediabilmente corrotta dal peccato originale.
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Questione Meridionale? Una lunga e ponderata riflessione sullo sviluppo dell’Italia in maniera diseguale dove il Sud e Nord geografico sono diventati nel tempo due contesti sociali ed economici diversi con disparità di diritti per la cittadinanza (sanità, scuola e università, alvoro, infrastrutturazione). La Questione Meridionale, contrariamente a preconcetti e fake news sul Sud, costituisce una elaborazione strategica dello sviluppo del Paese e non solo di una sua parte, a cui hanno fornito il loro contributo di pensiero non solo studiosi di altro profilo, ma anche Centri di ricerca meridionali, in una corretta visione della sussidiarietà, che hanno elaborato sistematicamente studi e progetti che suggeriscono e hanno suggerito non solo politiche economiche e sociali, ma soprattutto una visione mediterranea ed europea. Questo libro che non è un Amarcord, parla di questi Centri di ricerca che con impegno, ma anche con sacrifici hanno portato e portano avanti una battaglia civile per lo sviluppo del Sud in una visione unitaria e coerente del paese. Purtroppo il gap territoriale non solo ha sfavorito lo sviluppo del Sud, ma ha anche depotenziato un capitale culturale dacendo morire o ridurre le attività a numerosi Centri di pensiero per carenza di risorse finanziarie dovute alla decrescita, non certo felice, del mezzogiorno.
La distribuzione sistematica del tessuto bancario e finanziario del Sud a partire dagli anni ‘90, il venir meno di tante Istituzioni finanziarie, tra cui i banchi meridionali, le ridotte capacità delle banche locali e delle Fondazioni bancarie del Sud rispetto a quelle del Nord, che alimentavano in maniera virtuosa lo sviluppo del capitale culturale hanno penalizzato il pensiero meridionale, punto di accumulazione dei bisogni della gente del Sud, ma anche della sua autodetermianzione. Anche il tessuto imprenditoriale di ridotte dimensioni non ha permesso quello scambio proficuo con i Centri di ricerche, nè lo sviluppo di adeguato del Terzo settore.
Questo pensiero meridionale fortemente unitario, non può essere ricordato con una lastra tombale, nè essere messo in soffitta.
Questo libro - anche attraverso un caso di studio quello della Fondazione Curella, osservata in un periodo di circa trenta anni, che ha visto profondi cambiamenti a livello nazionale e nel mezzogiorno - vuole essere un “j’accuse” verso una classe dirigente del paese e del Sud che ha dimostrato non sono din on saper valorizzare e defendere le risorse, ma ha accettato una non adeguata visione del futuro, condannando generazioni di giovani all’emigrazione forzata.
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L'autore ha rievocato il passato in una Europa signoreggiata dalla pirateria ed il Mediterraneo dominato dai "ladroni del mare", tra il XVI e il XIX secolo. Il volume offre la biografia di alcuni frati dell'Ordine Cappuccino napoletani che tra gli "schiavi Cristiani" hanno dimostrato la loro personalita' sacerdotale, affermando nella sofferenza fisica la perfezione evangelica ai fratelli caduti in schiavitu' dei pirati.
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EsauritoL’ottavo volume della collana di SRM Un Sud che innova e produce è dedicato alle tematiche ambientali ed alla bioeconomia, due aspetti sempre più centrali nelle politiche europee e nel dibattito comune. La transizione imposta dalle visioni emergenti, e che detta parametri di sostenibilità e tutela ambientale ai vecchi paradigmi produttivi, avrà un notevole impatto sul territorio europeo, italiano e meridionale. Lo studio parte da un’analisi della questione ambientale, della dimensione economica e dei relativi interventi di policy per arrivare a stimare il ruolo ed il valore della filiera bioeconomica del Sud. Si approfondisce quindi, attraverso il doppio canale desk e field, la relazione tra Ambiente e Territorio che caratterizza il Mezzogiorno, focalizzandosi sul valore economico delle produzioni eco-friendly all’interno del sistema produttivo dell’area per poi evidenziarne i legami produttivi generati dalle attività bio-based ed i loro effetti di di fusione interregionale sull’economia complessiva delle regioni. Arricchisce lo studio l’approfondimento su alcuni comparti chiave della Bioeconomia per il Mezzogiorno come la “Farmaceutica e scienze della vita”, l’“Agroalimentare” e le “Bioenergie e biocarburanti”. Si evidenziano, inoltre, interessanti potenzialità di crescita degli ambiti legati alle nuove tecnologie energetiche, nonché le aree di miglioramento, rispetto anche al contesto nazionale ed internazionale, dimostrando come la Green Economy può davvero favorire lo sviluppo del Mezzogiorno e ridurre il divario con il resto del Paese.
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EsauritoIn the framework of the undeferrable energy transition, all the possible evolutive trajectories of the Mediterranean energy system stem from the interaction of three triangles: a triangle of energy attributes (security, sustainability and equity) that should drive the configuration of the future energy systems; a geographical triangle, related to the three Mediterranean macro-zones (Northern, Eastern and Southern), with differences in terms of socio-economic and energy features; a commodity triangle, including electricity, hydrogen and gas, whose interplay will be central in implementing the decarbonisation. The investigation of the interrelationships among these triangles is crucial in understanding the multi-dimensional dynamics of the Mediterranean area – taking into account not only the sustainability perspective but also the social, economic, security and geopolitical issues – and to define strategic policies able to concretely achieve the energy transition and to improve the socio-economy development of the whole region. In this context, an important role could be played by green hydrogen, helpful for decarbonising the end-use sectors hard-to-abate and to support the decarbonisation of the other sectors. Hydrogen could represent an opportunity for the Mediterranean region, but it strictly requires a cooperative approach among countries. Focusing on the role of hydrogen, the 2021 edition of the MED & Italian Energy Report aims therefore at completing a triptych of studies: from natural gas (ENEMED 2019), which embodies the present energy dialogue based on fossil fuels, to electricity (ENEMED 2020), which represents the key commodity for a transition to a new renewables-based dialogue, to hydrogen (ENEMED 2021), which could support the decarbonisation of the final energy uses and, consequently, the achievement of the tight goals of climate neutrality.