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Questo libro non è per tutti. È per quelli che nel tormento del dubbio sentono la libertà come passione. E catene arrugginite sono quei presunti valori che in una società massificata vengono imposti ai suoi membri, ignari o consapevoli, e da questi accettati come fuga da responsabili scelte e rinunzia ad esercitare ogni spirito critico. È questo il filo rosso che unisce queste pagine, per offrire uno spazio di libertà a tutti quelli che l’ossessiva propaganda dei media obbliga ad avere e manifestare pensieri e sentimenti comuni alla massa. Sono dunque pagine di costume, i costumi correnti fra gli italiani, ma senza aspirazioni a diagnosi sociologiche. Temi come ambiente, meritocrazia, linguaggio, libertà, menzogna, apparirebbero di per sé troppo vasti se non fossero illustrati come personali punti di vista dell’autore. Pervase dunque di ironia e svagatezza, pur nel frequente richiamo a classici del pensiero e della poesia, esse intendono fornire al lettore altrettante occasioni di autonoma riflessione, al di là di ogni eventuale condivisione. GERARDO RUGGIERO Studioso della cultura del Mezzogiorno, e in particolare di Gaetano Filangieri, da tempo è impegnato nell’indagare le radici di comportamenti e fenomeni che tuttora caratterizzano società e istituzioni di questa parte d’Italia e non solo.
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Napoli è una città che va sfogliata come un libro di pietra, da schiudere e da leggere con occhi sempre nuovi, ogni giorno, perché ogni giorno si possono scoprire angoli che la città custodisce come segreti in uno scrigno di tufo e salsedine. Napoli, nonostante la maschera di metropoli sfacciata sempre sul palcoscenico della vita, è una città che si nasconde e che protegge la sua vera natura. Pietro Treccagnoli, con le sue passeggiate, vi accompagna dove Napoli non è più un luogo comune e dove è meraviglioso smarrirsi.
Pietro Treccagnoli, giornalista, ha lavorato per circa quarant’anni a “Il Mattino” di Napoli, prima di andare in pensione. Attualmente collabora con il “Corriere del Mezzogiorno”. Ha pubblicato una dozzina di libri, quasi tutti su Napoli dove vive. Ama camminare per le strade della sua città.
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Camminare è anche un modo di vedere il mondo e di pensare, lo ha detto e fatto Aristotele nel suo Peripato che era un luogo circoscritto, mentre molti camminatori attraversano lunghi itinerari impervi, scoscesi, a tratti inospitali e sorprendenti, scoprendo e sperimentando nuove traiettorie e regalandoci quello stupore attraverso la parola scritta.
Dalla Introduzione di Fulvia Ambrosino
Un’opera che si inserisce nel filone della riscoperta dei luoghi e delle loro stratificazioni culturali. Una domanda si pone. È solo un’opera di riscoperta, nata dal piacere dell’autore, o anche un tentativo di valorizzazione dei luoghi?
Dalla Postfazione di Francesco Saverio Coppola
ANTONIO CORVINO, di origini pugliesi, napoletano di formazione è un saggista ed economista. Appassionato degli antichi cammini nelle terre di mezzo, cultore di arte e dedito alla scrittura, esordisce con questo volume come narratore. Nel dicembre 2019 ha curato per Rubbettino editore il volume Mezzogiorno in Progress, raccolta di saggi sulle prospettive del Mezzogiorno, presentato presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. Di recente ha pubblicato sulla rivista Bio’s, tre saggi sulla suggestione del Mediterraneo come continente nel quadro di un nuovo paradigma multi-direzionale dello sviluppo per la valorizzazione dei territori meridionali. Sulla rivista Politica Meridionalista ha pubblicato numerosi saggi sui cammini e le terre di mezzo come orizzonti per combattere lo spopolamento e l’abbandono dei territori interni.