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Scheletri svelati, sono quei problemi che il tempo, l’inerzia e l’oblio degli uomini hanno chiuso negli armadi delle nostre coscienze. Si scoprono così le radici e il reiterarsi di comportamenti che ancora si riscontrano nella nostra società. Sono aspetti e temi che, se dal passato aggiungono spessore alla rassegnazione, grazie alle pagine di Filangieri possono essere ancora illuminati da lampi di speranza, come quella, insopprimibile, di un diritto alla felicità geneticamente fondato sul consapevole assolvimento del dovere. Siate felici – scriveva Filangieri – cercate la felicità; ma non v’ingannate nella scelta de’ mezzi che ve la debbono procurare. […] Voi sarete felici e grati, se cercherete la felicità nella coscienza dell’innocenza e nella privazione de’ rimorsi. Voi sarete felici e grati, se cercherete la felicità nell’occupazione e non nell’ozio; […] se adempirete a’ doveri d’uomo e di cittadino, non pel timore delle pene, ma animati dall’amore del giusto e dal rispetto delle leggi. […] se i vostri desiderii corrisponderanno coi vostri doveri. Con questo contributo Gerardo Ruggiero aggiunge un altro tassello agli studi che da oltre venti anni va compiendo su Gaetano Filangieri, arricchendoli di una conoscenza sempre più vasta su aspetti e problemi della storia del Mezzogiorno.
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Un traumatico e inaccettabile tradimento, spingerà Gagga, il protagonista della storia, a lasciare la sua terra e a intraprendere un lungo e avventuroso viaggio alla ricerca di se stesso.
La vicenda ha inizio a Napoli nei primi anni novanta e si svolgerà prevalentemente in Spagna, per poi concludersi, con sorpresa finale, nuovamente nel capoluogo partenopeo.
Gagga, al secolo Mimmo Torani, è un tranquillo uomo comune che cerca, disperatamente, di sfuggire alle ombre opprimenti del passato. Questo suo continuo vagare lo porterà a scoprire l’esaltante ebbrezza dell’amore e a fare conoscenza con un’infinità di personaggi carichi di umanità, ma non mancheranno anche amarezze ed atroci dolori che sono l’inevitabile ma necessario condimento della vita di ogni essere umano.
Giuseppe Silvestri, nasce a Napoli nel 1954 inizia il suo percorso lavorativo nella scuola che, suo malgrado, lascerà poi qualche tempo dopo per un impiego in un istituto di credito. Agli anni dell’insegnamento dedicherà il nostalgico “L’aeroplanino di carta”, racconto pubblicato nel 2020, che narra, appunto, della sua personale esperienza di giovane maestro elementare.
Influenzato dai romanzi di Jack Kerouac, dalla Beat Generation, dal jazz e dal teatro classico napoletano, si dedica intensamente al teatro ed alla poesia, le sue più grandi passioni. Dà vita, così, ad una nutrita produzione di poesie, racconti, monologhi e commedie teatrali che vengono rappresentate con un discreto successo. Di carattere allegro ed estroverso, continua tutt’oggi le sue attività culturali nonostante la cecità, sopravvenuta a causa di una grave forma di miopia maligna.
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Il conteggio delle vittime continuamente aggiornato e la cronaca quotidiana dei femminicidi possono renderci ciechi rispetto ai fattori profondi del fenomeno e alle conseguenze drammatiche sui cosiddetti “orfani speciali” e sull’infanzia vittima di violenza assistita. Contare, infatti, non è come narrare. Con questa indagine qualitativa, abbiamo voluto ascoltare i racconti di chi, elaborando il proprio dolore, tenta di risalire sulla barca rovesciata dalla tempesta per riprendere a navigare nel mare della vita. Le interviste raccolte ci parlano di vulnerabilità, di solitudine, ma anche di resilienza, richiamando la società a un dovere di riconoscimento, di solidarietà, di giustizia e di cura.
Interventi di: Serena Cappuccio, Virginia D’Angelo, Rosa Di Matteo, Maria Ilaria Incitti, Clara Pappalardo, Milena Pugliese, Daniela Rubbinacci, Maria Antonietta Selvaggio (curatrice).
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Postfazione di: Francesco Saverio Coppola Il Progetto Connecting Italy, che costituisce la trama del libro, nasce dalla collaborazione di tre istituzioni: l’Associazione internazionale Guido Dorso, l’Associazione Prospettiva Europea e l’Associazione The Smart Institute. Mettere in rete saperi e competenze, ma anche visioni, è un obiettivo primario per contribuire a creare economie di scala e di scopo, proponendo soluzioni e consolidando le connessioni del Sistema Italia e dei suoi diversi territori. Il progetto prevede l’individuazione di strutture e strumenti idonei per formare una nuova generazione di imprenditori e professionisti, nel futuro scenario europeo. Il rafforzamento dei legami professionali e fiduciari è un must da perseguire per contribuire ai processi di sviluppo individuali e di Comunità. I progetti di rete che proponiamo e sollecitiamo non riguardano solo singole persone, ma territori, enti pubblici e privati. L’obiettivo è creare solidarietà progettuale al servizio del benessere e dello sviluppo delle Comunità attraverso un processo di coesione, nel rispetto delle singole individualità e delle diverse culture. Con i contributi di Mario Angiolillo, Ciro Cafiero, Paolo Carotenuto, Raniero Chelli, Franco Chiarenza, Francesco Saverio Coppola, Roberto Giuliani, Pasquale Merella, Massimiliano Nespola, Luigi Nicolais, Francesco Pascuzzo, Carmen Sallorenzo, Guido Zaccarelli
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Racconti di vita quotidiana in cui vengono delineati momenti topici nella loro nuda realtà, senza l’uso di maschere e senza ipocrisia. Tredici storie da esplorare come le pagine di un’esistenza, in cui si modifica la trama, cambiano gli attori, ma l’unico protagonista assoluto rimane l’amore. Aprire questo libro equivale ad alzare il sipario sul palcoscenico della vita, dove prendono forma storie singolari di individui ordinari. Aldo Di Mauro con il suo lavoro In penombra, mette a disposizione del lettore una sorta di teatro da sfogliare. Tredici brevi racconti che puntano i riflettori su vicende comuni, su sentimenti contrastanti, in un intimo colloquio con le preoccupazioni, per l’ottenimento di una pace psicologica, sinonimo di equilibrio e filosofica pacatezza. Le sue storie parlano dei temi più vari: dal soliloquio di un amante abbandonato, delirante e giudicante, alla commovente vicenda di una donazione di organi, dalla perdita della persona amata alla narrazione di un femminicidio. Una scrittura semplice e teatrale, capace di immergere il lettore in vicende vicine e lontane, apparentemente In penombra rispetto agli interessi e vicissitudini centrali delle nostre vite.
Aldo di Mauro scrittore, poeta, saggista, è nato a Napoli dove vive. Fra i suoi testi più recenti il romanzo I segreti di Matilde Homo Scrivens editore (2018), il romanzo La Signorina, Valtrend editore (2019), la raccolta di poesie Quando a parlare è il cuore Homo Scrivens editore (2021).
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A cura di Salvatore De Rosa
Illustrazioni di Alessandra Messina
“In questo libro si racconta cosa successe a una misera schiava che, senza aver mai portato scarpe ai piedi, volle mettersi una corona in testa. Ma poiché prima o poi tutto si paga, avendo rubato, alla fine fu scoperta e per quanto più in alto era salita, tanto più rovinosamente cadde”.
Salvatore De Rosa, è un professore universitario in pensione, orgogliosamente napoletano. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, attualmente rivolge i suoi interessi allo studio e alla valorizzazione della cultura partenopea. Per contribuire ad una sua maggiore diffusione tra i giovani lettori, ha tradotto Lo Cunto de li Cunti di Giambattista Basile in un linguaggio moderno, una raccolta dei testi delle canzoni di scena di Raffaele Viviani e le canzoni di Pino Daniele.
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Il libro di Dario è un vero e proprio diario di un autistico che sorprendentemente rivela un mondo interiore che non si immagina esista. Da questo diario, all’avanguardia, rivoluzionario, illuminante, si comprende come gli autistici siano palazzi senza finestre all’interno dei quali c’è una vita piena di energia di senso e di attività. La sindrome autistica oggi colpisce sempre più bambini, che vi rientrano a vari gradi. Non se ne conoscono ancora le ragioni o le cause, né cosa avviene nel segreto del loro mondo così apparentemente lontano dal circostante. Autismus, deriva del greco αὐτός «stesso», perché coloro che ne sono interessanti, restano in un mondo tutto loro, con poche possibilità di uscirne, di relazionarsi con l’esterno. Resta l’esigenza di raggiungerli in questo margine, cercando il modo di non lasciarli soli, né prima, né durante, né dopo.
L’editore ha scelto di pubblicare il libro e di non intervenire sulla scrittura di Dario, lasciandola così com’è, sincopata, con poca o nessuna punteggiatura, fatta di una grammatica semplice e personale, ma capace di restituirci i pensieri nella loro assoluta sincerità e di rivelarci un mondo profondo e oggi insospettabile. Il nostro intervento si è limitato ad asciugare qualche ridondanza e a ordinare per temi il flusso narrativo di Dario d’Albora.
DARIO D’ALBORA, è nato nel 1971 a Napoli dove vive. Da autistico, vuole trasmettere il messaggio delle possibilità espressive e comunicative che emergono anche con una condizione neuro-cognitiva con difficoltà nella comunicazione verbale, nonostante atteggiamenti molto finalizzati e alcuni comportamenti ripetitivi. Dopo aver conseguito una laurea in psicologia, ha voluto scrivere per indagare a fondo le identità delle persone che, come lui, sono affette da autismo e la sua visione della condizione. Fa sport, prende parte attivamente alle attività di un centro per ragazzi con disabilità. Ama guardare film e per questo va spesso al cinema con la madre, sua mentore. Gli piace parlare, ma sa anche apprezzare i silenzi, dove si immerge profondamente con tutto il proprio essere. È convinto che il mondo è pieno di una luminosa bellezza che lo ha aiutato a capire cosa sia la vita.
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Questo libro non è per tutti. È per quelli che nel tormento del dubbio sentono la libertà come passione. E catene arrugginite sono quei presunti valori che in una società massificata vengono imposti ai suoi membri, ignari o consapevoli, e da questi accettati come fuga da responsabili scelte e rinunzia ad esercitare ogni spirito critico. È questo il filo rosso che unisce queste pagine, per offrire uno spazio di libertà a tutti quelli che l’ossessiva propaganda dei media obbliga ad avere e manifestare pensieri e sentimenti comuni alla massa. Sono dunque pagine di costume, i costumi correnti fra gli italiani, ma senza aspirazioni a diagnosi sociologiche. Temi come ambiente, meritocrazia, linguaggio, libertà, menzogna, apparirebbero di per sé troppo vasti se non fossero illustrati come personali punti di vista dell’autore. Pervase dunque di ironia e svagatezza, pur nel frequente richiamo a classici del pensiero e della poesia, esse intendono fornire al lettore altrettante occasioni di autonoma riflessione, al di là di ogni eventuale condivisione. GERARDO RUGGIERO Studioso della cultura del Mezzogiorno, e in particolare di Gaetano Filangieri, da tempo è impegnato nell’indagare le radici di comportamenti e fenomeni che tuttora caratterizzano società e istituzioni di questa parte d’Italia e non solo.
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Gioconda Marinelli traccia un ritratto vivace, approfondito e appassionato della vita e dell’opera di una delle grandi scrittrici del Novecento. Fabrizia Ramondino (1936-2008) nata a Napoli, trascorse parte della sua infanzia in Spagna e viaggiò spesso in ogni luogo, esperienza che ha avuto un peso nella sua formazione culturale. Il suo primo romanzo, “Althénopis” (1981), la consacrò come voce originale della letteratura italiana. Tra le sue opere più importanti si ricordano “Un giorno e mezzo” (1988) e “L’isola riflessa” (1998). Ramondino fu anche attivista politica, impegnata nelle lotte per i diritti civili. La sua scrittura affronta temi come la memoria, il disagio mentale, l’identità e le dinamiche familiari, con un forte ancoraggio alla realtà sociale del Mezzogiorno italiano. GIOCONDA MARINELLI Gioconda Marinelli è nata ad Agnone nel Molise, vive e lavora a Napoli. Naturalista e biologa, scrittrice e giornalista. Ha scritto libri di poesie introdotti da Maria Luisa Spaziani e Dacia Maraini. Ha pubblicato biografie di artisti tra cui quelle di Luisa Conte, Tina Pica, Katia Ricciarelli; Mirna Doris e Mario Lanza (con Pietro Gargano); Miranda Martino, Sandra Milo e Anna Campori (con Angela Matassa); saggi su Michele Prisco, Maria Orsini Natale, Sibilla Aleramo e Dacia Maraini.